Nel profondo dell’oscurità infinita,
dove l’anima danza con paure taciute,
s’adagia un male, un tumore che invita,
come buchi neri in silenzio, lontane le acque.
Un campo gravitazionale che trascina,
catturando i sogni, le speranze in volo,
una sfida che il corpo soppina,
un viaggio verso l’ignoto, senza far rumore.
Le stelle brillano oltre la superficie,
testimoni silenti del dolore celato,
e noi, come polvere, in cerca di pace,
abbiamo incrociato il destino col volto assente.
Un buco nero che inghiotte in un abbraccio,
le luci di un mondo che pareva sicuro,
la pancia, casa di un urlo che è un taccio,
scava nel cuore un vuoto, un destino duro.
Sicuro.
Ogni scossa, ogni lamento, un’onda,
nel mare dell’ignoto ci arranchiamo,
ma nella tenebra una luce si sponda,
la lotta è un canto, un cancro,
e non ci arrendiamo.
Poiché anche i buchi neri, nella loro danza,
un giorno svaniranno, trasmutando in stella,
e noi, come polvere, con resilienza,
risorgiamo, uniti, dalla ferita più bella.
Ti porto con me, nel tempo che avanza,
serbando la memoria di un amore eterno,
nel labirinto oscuro, con fiducia, con speranza,
brilleremo insieme, oltre il nostro inferno.